mercoledì 28 maggio 2014

Sopravvivere al puerperio! (prima o poi passa)


Il puerperio è quel periodo di 40 giorni post-parto nel quale ti senti letteralmente in balia della centrifuga di una lavatrice e nel quale delle volte non sai letteralmente cosa fare.
Si tratta di un momento delicato in cui mamma e bimbo iniziano a conoscersi e stabilire un legame forte, che può però mettere a dura prova energie e nervi.

Nel mio caso il rientro a casa è stato tutto sommato tranquillo, il viaggio dall'ospedale a casa (40 minuti circa in auto) è filato liscio, il bambino dormiva e questo mi sembrava di buon auspicio. Anche a casa, la prima notte è andata benone, il bambino mangiava e poi dormiva, evviva!
I problemi sono arrivati dal 2° giorno in cui ha iniziato a piangere ininterrottamente probabilmente per le colichette che iniziavano a farsi sentire e che ci avrebbero accompagnati per i primi mesi.

La sensazione di inadeguatezza quando senti il tuo bambino piangere e non sai come aiutarlo è stata una delle prime dure prove da affrontare nella veste di mamma. Il sentirsi impotenti di fronte a queste situazioni può farti sprofondare nella depressione, come spesso capita alle donne colpite dal maternity blues... Per fortuna non è stato il mio caso, avevo una rete di sostegno solida (marito, mamma, suocera, sorella e amiche) e una carica di energia probabilmente dovuta allo scombussolamento ormonale.


I consigli che posso dare a chi ancora deve affrontare questo periodo tosto sono:


  • evitare, se possibile, le visite a casa nei primi giorni, non avrete nemmeno il tempo per farvi una doccia delle volte (sembra assurdo ma è la verità) e tanto meno il tempo per avere un aspetto decente (trucco e parrucco intendo). Nel mio caso purtroppo non ho potuto impedire alla fiumana di parenti (di mio marito) nell'irrompere in casa anche nei momenti più delicati (crisi di stanchezza, primi tentativi di allattamento, sciatteria...).
  • trovare tutto il supporto che potete (permettervi) nel mio caso avevo a disposizione mia mamma e la suocera + una signora per le pulizie di casa. C'è gente che si può permettere fin da subito una tata/puericultrice, una scelta che mi sembra forse eccessiva, io almeno i primi mesi di vita del mio bimbo non mi fidavo nemmeno a lasciarlo ai parenti figuriamoci con estranei (ok, qualificati). In ogni caso il punto è per non sclerale troppo è utile un aiuto su più fronti.
  • ascoltate i consigli delle altre madri ma con criterio, ci saranno sempre le "madri perfette" che a loro volta hanno generato dei "bambini perfetti" che mangiano, dormono, non piangono... Ecco se voi non fate parte di questa fetta di popolazione non disperate. I bambini per fortuna non sono tutti uguali! Ci saranno amiche (quelle vere) che sapranno sostenervi e incoraggiarvi nei momenti critici dicendovi la frase che d'ora in poi sarà il vostro mantra : "Prima o poi passerà"
  • dormire, mangiare e fare tante cose che prima erano all'ordine del giorno diventeranno una vera e propria mission impossible e i tempi per fare qualsiasi cosa si triplicheranno. Io era già ritardataria prima... con il bambino non vi dico com'è stato organizzarmi alle prime uscite!
  • non sottovalutate l'allattamento! Ahimé nel mio caso non è stato un successo e non sono stata una di quelle mamme così brave da allattare il bimbo per tanto tempo. Nonostante le difficoltà e i tentativi la domanda era superiore all'offerta. Il bambino aveva fame e purtroppo sono ricorsa anche alle aggiunte con LA. Su questo punto invidio le mamme che hanno produzioni abbondanti di latte. 
  • tenere duro e pensare appunto che (se si è fortunate) passerà in fretta e il vostro bimbo pian piano inizierà a stabilizzarsi e a dormire più ore di seguito la notte. A 5 mesi il mio ha abbandonato la poppata notturna e mi è sembrato di rinascere!
Ripensando ai primi tempi, oggi probabilmente con l'esperienza fatta sul campo, sarei in grado di gestire meglio la situazione, ma devo ammettere che tutta la fatica delle notti insonni, delle giornate chiuse in casa, dei pianti inconsolabili di Edoardo sono stati abbondantemente ricompensati dalla gioia dei suoi primi sorrisi e dai piccoli progressi che ci accompagnano ancora di giorno in giorno.

giovedì 22 maggio 2014

Finalmente mamma!


Non posso fare paragoni con il parto naturale, ma posso affermare che l'induzione al parto quando il pargolo non si decide ad uscire spontaneamente non è assolutamente una passeggiata.

Nel mio caso il ricovero è avvenuto il 10° giorno di ritardo rispetto alla DPP.
Arrivata la mattina all'ospedale sono stata visitata dal mio ginecologo che ha valutato la situazione e deciso subito di procedere con la stimolazione del parto con la fettuccia di prostaglandine, prima però è ricorso nuovamente alla devastante manovra di scollamento delle membrane, giusto per iniziare ad assaporare un po' del dolore che mi attendeva.

Non starò a descrivere la mia giornata, posso solo dire che è stata molto lunga e faticosa... mi trascinavo per i corridoi dell'ospedale per sottopormi ai tracciati che non davano ancora le contrazioni sperate per avviare il parto e lo sconforto iniziava ad assalirmi.
Le acque erano intatte e la quasi totale assenza di doglie mi aveva persuaso del fatto che purtroppo il mio bimbo sarebbe nato il giorno successivo, quindi mandai a casa a riposare tutto il mio seguito: marito, mamma, sorella e suocera...

Detto fatto, non appena sono rimasta sola sono iniziati i dolori... Non so se il parto indotto sia peggiore di quello naturale, posso soltanto affermare che le mie contrazioni sono partite subito alla stragrande e a fatica inizialmente sono riuscita a sopportare il dolore.
Ringrazio ancora l'ostetrica per la pazienza e gentilezza con la quale mi ha aiutata ad affrontare tutto... non avevo frequentato il corso pre-parto e quindi non sapevo esattamente che fare, lei è stata un angelo! E ringrazio pure la santa epidurale che mi ha alleggerita per un paio d'ore dal dolore dei picchi massimi.


Le ore durante il travaglio sono letteralmente volate e alle 2.55 di mattina finalmente è nato il mio Edoardo. Le sensazioni che si provano vedendo per la prima volta il proprio bambino sono uniche al mondo e indescrivibili.
Ma il momento più intenso ed emozionante è arrivato dopo, quando per la prima volta sono scesa alla nursery. Il mio piccolo era disperato, ritrovarsi fuori dalla protezione della mia pancia (con 10 giorni di ritardo posso quasi affermare con certezza che ci stava proprio bene dentro!) e per la prima volta con indosso un pannolino e dei vestiti non lo facevano sentire per niente a proprio agio.
Avvicinandomi a questa creatura urlante avevo quasi paura di romperla prendendola in braccio, ma è bastato scambiarci il primo sguardo che tutto è magicamente cambiato.
Lui mi ha riconosciuta, ha capito che avevamo condiviso quel lungo viaggio insieme e che ora ne sarebbe iniziato un altro, il viaggio di una nuova vita insieme.

lunedì 19 maggio 2014

Una lunga attesa

Aspettando Edorado
Gli ultimi mesi di gravidanza sono sicuramente i più belli ma anche quelli più impegnativi.
Quando il conto alla rovescia si avvicina al termine iniziano a ronzare in testa un casino di domande: sarò in grado di fare la mamma? sono pronta a questa responsabilità? cosa cambierà nella mia vita? quanto fa male il parto?...?

Io mi sentivo finalmente totalmente concentrata sul grande evento, avendo terminato con il lavoro e salutato Milano avevo trascorso il primo mese di libertà dedicandomi a me stessa, riposando tanto ( ripenso adesso con nostalgia alle dormite che mi sono fatta!), passando del tempo con le amiche e organizzando gli ultimi preparativi per l'arrivo del principino.
Continuavo a leggere la mia guida alla gravidanza "Cosa aspettarsi quando si aspetta", un libro che mi aveva accompagnata fin dai primi mesi e che ora entrava nel vivo del momento tanto atteso.

Trascorso il primo mese di relativo di cazzeggio a casa di mamma a fare la figlia :-)) mi sono rimboccata le maniche per il trasloco nella nuova casa in Toscana.
Neanche a dirlo il timing dei muratori che stavano ristrutturandoci casa non era in linea con quello che ci eravamo prefissati, ed il ritardo iniziava ad essere preoccupante e la pressione iniziava a farsi sentire.
La cosa che mi confrontava, se così si può dire, era il fatto che il mio ginecologo continuava a rassicurarmi sul fatto che il bambino non dava assolutamente segni di volere anticipare la DPP, quindi trascorrevo le mie giornate relativamente serena.

La visita all'ospedale accompagnata dalle ostetriche è stata istruttiva, purtroppo non avendo avuto tempo di seguire un corso pre-parto, non avevo fatto nessun esercizio preparatorio, quindi mi sarei presentata il giorno del parto pronta a mettere in pratica in tempo reale quello che mi stavano spiegando. Vedere la sala parto alla luce del giorno mi ha fatto un certo effetto ed ha innescato i primi segnali di quella che possiamo comunemente chiamare strizza!

Le settimane passavano, la casa era finalmente terminata, il trasloco definitivamente concluso e la mia pancia decisamente enorme... ma avvisaglie di parto imminente ZERO.
Le mie notti non erano più serene da un po' di tempo, vuoi per i continui risvegli dovuti alle tappe bagno, vuoi per il caldo che in gravidanza è amplificato (purtroppo i condizionatori in casa non erano stati ancora montati ed era quasi agosto), vuoi un po' di agitazione... dormire 8 ore era diventato un vago ricordo.

Mancavano pochi giorni alla presunta data del parto: io, pancia e valigia eravamo pronte. Ogni giorno immaginavo come sarebbe stato il momento, ovviamente mi venivano in mente le scene più assurde dei film e mi ci vedevo in una corsa disperata verso l'ospedale... e invece no, ci si ritrovava puntualmente ogni sera a sperare nel giorno successivo.
Passata la data, nulla era accaduto, anzi no... proprio il giorno della mia scadenza qualcun'altra era riuscita a portare a termine la gravidanza, una mamma che aveva riflettori puntati dalle prime doglie. Kate aveva coronato il suo sogno e quello di tutta la Gran Bretagna e il Royal Baby era nato!
Ora mancavamo solo più noi all'appello, per così dire.

Superata la 40° settimana da prassi la gravidanza viene monitorata giorno per giorno dai tracciati, i miei risultavano quasi sempre piatti... Il mio bambino non aveva nessuna intenzione di nascere, o era ritardatario come la mamma!
Sono partiti i consigli delle mie amiche mamme per stimolare le contrazioni e fare innescare il parto: camminare tanto, aspettare il cambio di luna (passato senza effetto), calarsi l'olio di ricino (non lo consiglio a nessuna...), fare sesso per smuovere la situazione (anche questo non lo consiglio... troppo scomodo), chiedere al ginecologo di attuare la stimolazione a mano (un dolore assurdo... nemmeno questo consiglio!).
Terminato il tempo e con 10 giorni di ritardo ero pronta a mio malgrado al ricovero per l'induzione del parto.

La notte prima del grande giorno ero ansiosa di vedere il mio bambino e pronta al passaggio decisivo che segnava la fine della mia vita precedente e l'inizio della vita da mamma. Una lunga notte insonne.

mercoledì 7 maggio 2014

New York per 2 e 1/2



Se viaggiare è una delle vostre passioni e la gravidanza procede senza problemi consiglio vivamente a tutte le coppie in attesa un'ultima fuga romantica, perchè anche con un figlio sicuramente si continuerà a viaggiare ma non sarà più la stessa cosa, sarà diverso... non peggiore ma diverso e il senso di spensieratezza e libertà inevitabilmente lascerà il posto all'apprensione e cura nei confronti del piccolo viaggiatore...

Comunque tornando a noi, la mia gravidanza procedeva abbastanza bene, nonostante picchi di lavoro intensi, stanchezza e stress... la salute era dalla mia parte, a parte una fastidiosa influenza beccata al 4° mese e combattuta a colpi di tachipirina.
Le vacanze di Pasqua erano alle porte e io e mio marito avevamo progettato una fuga di 1 settimana a New York, non proprio una vacanza perché la città la conosciamo bene entrambi ma un modo per  trascorrere una settimana STRA-ordinaria prima del grande cambiamento.

Tutto era pronto per la partenza... ovviamente da donna in "stato interessante" al 6° mese i preparativi prevedevano qualche riguardo in più:

  • un attestato di idoneità per viaggiare rilasciato dal mio ginecologo durante l'ultima visita, da presentare in caso di richiesta - nel mio caso viaggiavo al 6° mese e la pancia non era ancora così evidente, ma dopo la fine del 7° mese non tutte le compagnie accettano una donna incinta.
  • un'assicurazione per il viaggio, cosa che faccio solitamente in particolare per i viaggi negli USA, ma con un occhio di riguardo alla tipologia di polizza e copertura.
  • un paio di calze a compressione graduata 140 denari pre-maman... ok sono decisamente un accessorio anti-sesso, ma sono utilissime per evitare problemi di circolazione e non ritrovarsi con dei piedi e caviglie elefantesche. 
  • posti in prima file tramite check-in online in modo da essere più comodi, solitamente questi posti hanno maggiore spazio per distendere le gambe.
Il volo non è stato assolutamente pesante, mi sono alzata spesso per sgranchirmi le gambe e ho bevuto un sacco di acqua, tutto per aiutare la circolazione già messa a dura prova dalla gravidanza.

Arrivati a destinazione abbiamo vissuto una settimana da veri newyorkesi alloggiando in un appartamento nel cuore del Village (grazie ad AirBnb che non ci delude mai).
Passeggiando in su e in giù per Manhattan facendo letteralmente i chilometri, io e la mia pancia non abbiamo fatto fatica a stare al passo, l'unico problema sono stati gli innumerevoli pit stop bagno, in gravidanza la pipì non perdona.
Tra visite nei luoghi da noi più amati, pranzi e cenette nei ristoranti romantici, shopping per il baby e l'immancabile musical a Broadway, la settimana è trascorsa velocemente e purtroppo (troppo) presto siamo tornati a casa.
Questa è stata l'ultima vacanza da coppia, un'ultima tappa del cammino verso la nostra futura famiglia... anche se in un certo senso nella Grande Mela eravamo già in tre!