venerdì 15 agosto 2014

Mauritius formato famiglia: il nostro primo viaggio in 3


Scusate la latitanza ma sono stati mesi un po' impegnativi e io non sono così brava come le vere mamme blogger a tenere aggiornato questo mio angolo virtuale.
Mentre il mio piccolo terremoto cresce, sto ripercorrendo i momenti più belli di questo nostro primo anno insieme... ebbene si, il 2 agosto abbiamo festeggiato, ma non voglio parlarvi di feste e tortine, siamo in agosto ed è giusto parlare di viaggi e vacanze!

Io sono sempre stata un'amante dei viaggi e quando a mio marito è stata regalata 1 settimana all inclusive in un super resort alle Mauritius...be' non mi sono certo tirata indietro... Ok non sarebbe stata la solita vacanza di relax perché ovviamente con noi ci sarebbe stato il nostro piccolo ometto, quindi questa volta il mio primo pensiero non era di studiarmi la Loonley Planet per sfruttare al meglio la vacanza, no questa volta la situazione prevedeva un'organizzazione diversa.

Affrontare un viaggio intercontinentale con un neonato di 7 mesi (abbiamo viaggiato a metà marzo) non è cosa da poco e bisogna prepararsi preventivamente al viaggio.
La pediatra mi aveva dato l'ok senza nessun predicozzo, il mio bambino è sano e non c'erano quindi problemi per farlo viaggiare, inoltre la destinazione per fortuna non prevede alcun genere di precauzione a livello di vaccinazioni e il fuso orario è di sole 2 ore.

La cosa fondamentale per un viaggio al di fuori dell'Europa è il passaporto. Forse esiste un documento meno impegnativo, ma noi abbiamo optato per questo. Il processo non è complesso, ma nemmeno immediato quindi suggerirei di muoversi per tempo.

La seconda cosa da considerare è l'alimentazione... Se il bambino non è ancora svezzato è sicuramente più semplice. Se invece si è in fase di pappe e latte meglio organizzarsi. Lo dico perché vero che alle Mauritius esistono i supermercati per comprare pappe x bimbi, ma non si trovano proprio le stesse cose. Il mio ogni tanto si è rifiutato di mangiare pappe pronte acquistate in loco forse perché il sapore era diverso e lui troppo piccolo e ancora restio ai cambiamenti!
Comunque non è la fine del mondo, in valigia ho lasciato un po' di spazio per latte in polvere, crema di riso, omogeneizzati vari e brodo in polvere... Lo so non è proprio la stessa cosa del bordino fatto a casa ma x 1 settimana penso che si possa chiudere un occhio... almeno io mamma imperfetta la penso così .

Altra cosa da non sottovalutare x nulla e, sicuramente x quanto ci riguarda, la più impegnativa il viaggio aereo. Nel nostro caso si partiva un po' svantaggiati perché non abitando più a Milano, oltre al volo  c'era da considerare il tragitto in macchina di ben 4 ore... insomma un viaggio nel viaggio!
Il volo per fortuna partiva la sera, orario perfetto per poter dare la pappa a Edoardo e rilassarlo prima del decollo.
L'imbarco prioritario è uno dei pochi vantaggi dei genitori che viaggiano con prole al seguito, ti garantisce un po' più di relax per poterti sistemare con calma e accaparrarti lo spazio nella cappelliera.

Informazione di servizio:
- per i viaggi in aereo meglio il passeggino leggero e poco ingombrante che viene ritirato prima di entrare in aereo è consegnato con i bagagli alla destinazione finale. Noi volando con Emirates e scalo a Dubai avevamo a disposizione il passeggino di cortesia fornito all'aeroporto.
- tutto il necessario per le pappe/latte del bebè passa tranquillamente ai controlli. Calcolate bene le ore di viaggio ed il numero di pasti da avere sotto mano. Nel mio caso erano parecchi  :(
- se viaggiate con un neonato potete richiedere la culla e l'assegnazione di posti più comodi, ma dovete chiamare direttamente la compagnia o segnalarlo all'agenzia di viaggi. Non costa nulla!

Alla partenza Edoardo dormiva, mio marito stava analizzando l'offerta di film e io speravo di rilassarmi. Una volta spento il segnale di sicurezza è stata montata la culletta x Edoardo.
N.b in caso di perturbazioni il bambino deve essere preso in braccio e si devono allacciare le cinture di sicurezza.
Che dire di questa culla... spazio misero, perturbazioni frequenti, bambino abituato a spaziare nel lettino, luci accese e movimento... Edoardo si è svegliato e non è più stato il viaggio che mi si stava prospettando... Dopo 6 ore di volo la scalo a Dubai è stato un incubo e le successive 6 ore tostissime ma poi una volta giunti a destinazione... il paradiso era lì ad aspettarci!

Il nostro resort, lo Sugar Beach, era sicuramente la giusta ricompensa dopo la fatica del viaggio, osservando poi le innumerevoli famiglie con neonati mi sono resa conto che non eravamo poi tanto pazzi ad aver affrontato questo lungo viaggio con il nostro pargoletto.
I servizi a disposizione del resort prevedono oltre immensi spazi verdi circondati da una vegetazione rigogliosa, piscine, 3 ristoranti e una SPA anche un ampio spazio dedicato ai piccoli, una specie di asilo a forma di grande casa delle favole, dove i bambini possono trascorrere alcune ore della giornata mentre i genitori si rilassano 😜
Noi abbiamo usufruito del servizio di babysitter per qualche ora in modo da poter visitare alcuni luoghi dell'isola (che è stupenda).
La vacanza è andata benissimo, diversa da quelle che si facevano prima, perché la nostra attenzione era concentrata sul nostro piccolo. Ci siamo divertiti tanto, Edoardo forse di più perché ha scoperto il mare (ops oceano), la sabbia e la libertà di sguazzare in acqua e per noi, osservarlo stupito per queste sue nuove conquiste, è stata la gioia più grande!

Tirando le somme del viaggio l'esperienza è stata più che positiva, anche se devo ammettere che ora che il bambino cammina e non sta fermo un secondo forse non me la sentirei più di affrontare un viaggio così lungo...quindi se si può meglio cogliere l'attimo!

mercoledì 28 maggio 2014

Sopravvivere al puerperio! (prima o poi passa)


Il puerperio è quel periodo di 40 giorni post-parto nel quale ti senti letteralmente in balia della centrifuga di una lavatrice e nel quale delle volte non sai letteralmente cosa fare.
Si tratta di un momento delicato in cui mamma e bimbo iniziano a conoscersi e stabilire un legame forte, che può però mettere a dura prova energie e nervi.

Nel mio caso il rientro a casa è stato tutto sommato tranquillo, il viaggio dall'ospedale a casa (40 minuti circa in auto) è filato liscio, il bambino dormiva e questo mi sembrava di buon auspicio. Anche a casa, la prima notte è andata benone, il bambino mangiava e poi dormiva, evviva!
I problemi sono arrivati dal 2° giorno in cui ha iniziato a piangere ininterrottamente probabilmente per le colichette che iniziavano a farsi sentire e che ci avrebbero accompagnati per i primi mesi.

La sensazione di inadeguatezza quando senti il tuo bambino piangere e non sai come aiutarlo è stata una delle prime dure prove da affrontare nella veste di mamma. Il sentirsi impotenti di fronte a queste situazioni può farti sprofondare nella depressione, come spesso capita alle donne colpite dal maternity blues... Per fortuna non è stato il mio caso, avevo una rete di sostegno solida (marito, mamma, suocera, sorella e amiche) e una carica di energia probabilmente dovuta allo scombussolamento ormonale.


I consigli che posso dare a chi ancora deve affrontare questo periodo tosto sono:


  • evitare, se possibile, le visite a casa nei primi giorni, non avrete nemmeno il tempo per farvi una doccia delle volte (sembra assurdo ma è la verità) e tanto meno il tempo per avere un aspetto decente (trucco e parrucco intendo). Nel mio caso purtroppo non ho potuto impedire alla fiumana di parenti (di mio marito) nell'irrompere in casa anche nei momenti più delicati (crisi di stanchezza, primi tentativi di allattamento, sciatteria...).
  • trovare tutto il supporto che potete (permettervi) nel mio caso avevo a disposizione mia mamma e la suocera + una signora per le pulizie di casa. C'è gente che si può permettere fin da subito una tata/puericultrice, una scelta che mi sembra forse eccessiva, io almeno i primi mesi di vita del mio bimbo non mi fidavo nemmeno a lasciarlo ai parenti figuriamoci con estranei (ok, qualificati). In ogni caso il punto è per non sclerale troppo è utile un aiuto su più fronti.
  • ascoltate i consigli delle altre madri ma con criterio, ci saranno sempre le "madri perfette" che a loro volta hanno generato dei "bambini perfetti" che mangiano, dormono, non piangono... Ecco se voi non fate parte di questa fetta di popolazione non disperate. I bambini per fortuna non sono tutti uguali! Ci saranno amiche (quelle vere) che sapranno sostenervi e incoraggiarvi nei momenti critici dicendovi la frase che d'ora in poi sarà il vostro mantra : "Prima o poi passerà"
  • dormire, mangiare e fare tante cose che prima erano all'ordine del giorno diventeranno una vera e propria mission impossible e i tempi per fare qualsiasi cosa si triplicheranno. Io era già ritardataria prima... con il bambino non vi dico com'è stato organizzarmi alle prime uscite!
  • non sottovalutate l'allattamento! Ahimé nel mio caso non è stato un successo e non sono stata una di quelle mamme così brave da allattare il bimbo per tanto tempo. Nonostante le difficoltà e i tentativi la domanda era superiore all'offerta. Il bambino aveva fame e purtroppo sono ricorsa anche alle aggiunte con LA. Su questo punto invidio le mamme che hanno produzioni abbondanti di latte. 
  • tenere duro e pensare appunto che (se si è fortunate) passerà in fretta e il vostro bimbo pian piano inizierà a stabilizzarsi e a dormire più ore di seguito la notte. A 5 mesi il mio ha abbandonato la poppata notturna e mi è sembrato di rinascere!
Ripensando ai primi tempi, oggi probabilmente con l'esperienza fatta sul campo, sarei in grado di gestire meglio la situazione, ma devo ammettere che tutta la fatica delle notti insonni, delle giornate chiuse in casa, dei pianti inconsolabili di Edoardo sono stati abbondantemente ricompensati dalla gioia dei suoi primi sorrisi e dai piccoli progressi che ci accompagnano ancora di giorno in giorno.

giovedì 22 maggio 2014

Finalmente mamma!


Non posso fare paragoni con il parto naturale, ma posso affermare che l'induzione al parto quando il pargolo non si decide ad uscire spontaneamente non è assolutamente una passeggiata.

Nel mio caso il ricovero è avvenuto il 10° giorno di ritardo rispetto alla DPP.
Arrivata la mattina all'ospedale sono stata visitata dal mio ginecologo che ha valutato la situazione e deciso subito di procedere con la stimolazione del parto con la fettuccia di prostaglandine, prima però è ricorso nuovamente alla devastante manovra di scollamento delle membrane, giusto per iniziare ad assaporare un po' del dolore che mi attendeva.

Non starò a descrivere la mia giornata, posso solo dire che è stata molto lunga e faticosa... mi trascinavo per i corridoi dell'ospedale per sottopormi ai tracciati che non davano ancora le contrazioni sperate per avviare il parto e lo sconforto iniziava ad assalirmi.
Le acque erano intatte e la quasi totale assenza di doglie mi aveva persuaso del fatto che purtroppo il mio bimbo sarebbe nato il giorno successivo, quindi mandai a casa a riposare tutto il mio seguito: marito, mamma, sorella e suocera...

Detto fatto, non appena sono rimasta sola sono iniziati i dolori... Non so se il parto indotto sia peggiore di quello naturale, posso soltanto affermare che le mie contrazioni sono partite subito alla stragrande e a fatica inizialmente sono riuscita a sopportare il dolore.
Ringrazio ancora l'ostetrica per la pazienza e gentilezza con la quale mi ha aiutata ad affrontare tutto... non avevo frequentato il corso pre-parto e quindi non sapevo esattamente che fare, lei è stata un angelo! E ringrazio pure la santa epidurale che mi ha alleggerita per un paio d'ore dal dolore dei picchi massimi.


Le ore durante il travaglio sono letteralmente volate e alle 2.55 di mattina finalmente è nato il mio Edoardo. Le sensazioni che si provano vedendo per la prima volta il proprio bambino sono uniche al mondo e indescrivibili.
Ma il momento più intenso ed emozionante è arrivato dopo, quando per la prima volta sono scesa alla nursery. Il mio piccolo era disperato, ritrovarsi fuori dalla protezione della mia pancia (con 10 giorni di ritardo posso quasi affermare con certezza che ci stava proprio bene dentro!) e per la prima volta con indosso un pannolino e dei vestiti non lo facevano sentire per niente a proprio agio.
Avvicinandomi a questa creatura urlante avevo quasi paura di romperla prendendola in braccio, ma è bastato scambiarci il primo sguardo che tutto è magicamente cambiato.
Lui mi ha riconosciuta, ha capito che avevamo condiviso quel lungo viaggio insieme e che ora ne sarebbe iniziato un altro, il viaggio di una nuova vita insieme.

lunedì 19 maggio 2014

Una lunga attesa

Aspettando Edorado
Gli ultimi mesi di gravidanza sono sicuramente i più belli ma anche quelli più impegnativi.
Quando il conto alla rovescia si avvicina al termine iniziano a ronzare in testa un casino di domande: sarò in grado di fare la mamma? sono pronta a questa responsabilità? cosa cambierà nella mia vita? quanto fa male il parto?...?

Io mi sentivo finalmente totalmente concentrata sul grande evento, avendo terminato con il lavoro e salutato Milano avevo trascorso il primo mese di libertà dedicandomi a me stessa, riposando tanto ( ripenso adesso con nostalgia alle dormite che mi sono fatta!), passando del tempo con le amiche e organizzando gli ultimi preparativi per l'arrivo del principino.
Continuavo a leggere la mia guida alla gravidanza "Cosa aspettarsi quando si aspetta", un libro che mi aveva accompagnata fin dai primi mesi e che ora entrava nel vivo del momento tanto atteso.

Trascorso il primo mese di relativo di cazzeggio a casa di mamma a fare la figlia :-)) mi sono rimboccata le maniche per il trasloco nella nuova casa in Toscana.
Neanche a dirlo il timing dei muratori che stavano ristrutturandoci casa non era in linea con quello che ci eravamo prefissati, ed il ritardo iniziava ad essere preoccupante e la pressione iniziava a farsi sentire.
La cosa che mi confrontava, se così si può dire, era il fatto che il mio ginecologo continuava a rassicurarmi sul fatto che il bambino non dava assolutamente segni di volere anticipare la DPP, quindi trascorrevo le mie giornate relativamente serena.

La visita all'ospedale accompagnata dalle ostetriche è stata istruttiva, purtroppo non avendo avuto tempo di seguire un corso pre-parto, non avevo fatto nessun esercizio preparatorio, quindi mi sarei presentata il giorno del parto pronta a mettere in pratica in tempo reale quello che mi stavano spiegando. Vedere la sala parto alla luce del giorno mi ha fatto un certo effetto ed ha innescato i primi segnali di quella che possiamo comunemente chiamare strizza!

Le settimane passavano, la casa era finalmente terminata, il trasloco definitivamente concluso e la mia pancia decisamente enorme... ma avvisaglie di parto imminente ZERO.
Le mie notti non erano più serene da un po' di tempo, vuoi per i continui risvegli dovuti alle tappe bagno, vuoi per il caldo che in gravidanza è amplificato (purtroppo i condizionatori in casa non erano stati ancora montati ed era quasi agosto), vuoi un po' di agitazione... dormire 8 ore era diventato un vago ricordo.

Mancavano pochi giorni alla presunta data del parto: io, pancia e valigia eravamo pronte. Ogni giorno immaginavo come sarebbe stato il momento, ovviamente mi venivano in mente le scene più assurde dei film e mi ci vedevo in una corsa disperata verso l'ospedale... e invece no, ci si ritrovava puntualmente ogni sera a sperare nel giorno successivo.
Passata la data, nulla era accaduto, anzi no... proprio il giorno della mia scadenza qualcun'altra era riuscita a portare a termine la gravidanza, una mamma che aveva riflettori puntati dalle prime doglie. Kate aveva coronato il suo sogno e quello di tutta la Gran Bretagna e il Royal Baby era nato!
Ora mancavamo solo più noi all'appello, per così dire.

Superata la 40° settimana da prassi la gravidanza viene monitorata giorno per giorno dai tracciati, i miei risultavano quasi sempre piatti... Il mio bambino non aveva nessuna intenzione di nascere, o era ritardatario come la mamma!
Sono partiti i consigli delle mie amiche mamme per stimolare le contrazioni e fare innescare il parto: camminare tanto, aspettare il cambio di luna (passato senza effetto), calarsi l'olio di ricino (non lo consiglio a nessuna...), fare sesso per smuovere la situazione (anche questo non lo consiglio... troppo scomodo), chiedere al ginecologo di attuare la stimolazione a mano (un dolore assurdo... nemmeno questo consiglio!).
Terminato il tempo e con 10 giorni di ritardo ero pronta a mio malgrado al ricovero per l'induzione del parto.

La notte prima del grande giorno ero ansiosa di vedere il mio bambino e pronta al passaggio decisivo che segnava la fine della mia vita precedente e l'inizio della vita da mamma. Una lunga notte insonne.

mercoledì 7 maggio 2014

New York per 2 e 1/2



Se viaggiare è una delle vostre passioni e la gravidanza procede senza problemi consiglio vivamente a tutte le coppie in attesa un'ultima fuga romantica, perchè anche con un figlio sicuramente si continuerà a viaggiare ma non sarà più la stessa cosa, sarà diverso... non peggiore ma diverso e il senso di spensieratezza e libertà inevitabilmente lascerà il posto all'apprensione e cura nei confronti del piccolo viaggiatore...

Comunque tornando a noi, la mia gravidanza procedeva abbastanza bene, nonostante picchi di lavoro intensi, stanchezza e stress... la salute era dalla mia parte, a parte una fastidiosa influenza beccata al 4° mese e combattuta a colpi di tachipirina.
Le vacanze di Pasqua erano alle porte e io e mio marito avevamo progettato una fuga di 1 settimana a New York, non proprio una vacanza perché la città la conosciamo bene entrambi ma un modo per  trascorrere una settimana STRA-ordinaria prima del grande cambiamento.

Tutto era pronto per la partenza... ovviamente da donna in "stato interessante" al 6° mese i preparativi prevedevano qualche riguardo in più:

  • un attestato di idoneità per viaggiare rilasciato dal mio ginecologo durante l'ultima visita, da presentare in caso di richiesta - nel mio caso viaggiavo al 6° mese e la pancia non era ancora così evidente, ma dopo la fine del 7° mese non tutte le compagnie accettano una donna incinta.
  • un'assicurazione per il viaggio, cosa che faccio solitamente in particolare per i viaggi negli USA, ma con un occhio di riguardo alla tipologia di polizza e copertura.
  • un paio di calze a compressione graduata 140 denari pre-maman... ok sono decisamente un accessorio anti-sesso, ma sono utilissime per evitare problemi di circolazione e non ritrovarsi con dei piedi e caviglie elefantesche. 
  • posti in prima file tramite check-in online in modo da essere più comodi, solitamente questi posti hanno maggiore spazio per distendere le gambe.
Il volo non è stato assolutamente pesante, mi sono alzata spesso per sgranchirmi le gambe e ho bevuto un sacco di acqua, tutto per aiutare la circolazione già messa a dura prova dalla gravidanza.

Arrivati a destinazione abbiamo vissuto una settimana da veri newyorkesi alloggiando in un appartamento nel cuore del Village (grazie ad AirBnb che non ci delude mai).
Passeggiando in su e in giù per Manhattan facendo letteralmente i chilometri, io e la mia pancia non abbiamo fatto fatica a stare al passo, l'unico problema sono stati gli innumerevoli pit stop bagno, in gravidanza la pipì non perdona.
Tra visite nei luoghi da noi più amati, pranzi e cenette nei ristoranti romantici, shopping per il baby e l'immancabile musical a Broadway, la settimana è trascorsa velocemente e purtroppo (troppo) presto siamo tornati a casa.
Questa è stata l'ultima vacanza da coppia, un'ultima tappa del cammino verso la nostra futura famiglia... anche se in un certo senso nella Grande Mela eravamo già in tre!




martedì 22 aprile 2014

Il peso della gravidanza



In gravidanza si sa ci sono donne che riescono a mantenere il peso dettato dalle rigide tabelle del ginecologo e altre che sforano alla grande questi numeri... Ecco purtroppo io appartengo alla seconda categoria.

Fin dai primi mesi, a causa del paio di chili accumulati in viaggio di nozze ed alla quasi totale assenza di nausee, ho iniziato ad accumulare peso.
Premessa, sono alta 1.74 e di norma sono una 42... piuttosto longilinea ma non magra, e soggetta ad ogni scombussolamento ormonale a gonfiori, quindi per me bandite pillola normale, pillola leggera, anello vaginale, pure nei giorni pre-ciclo mi gonfio! Una tragedia!

I primi 3 mesi ero già a quota +4  a causa dei numerosi strappi alle regole durante le feste e la diminuzione delle mie visite in palestra. Anche se la
 mia pancia era gonfia era poco visibile e per fortuna i miei vestiti entravano ancora tutti.
Le cose hanno iniziato a cambiare dal 4°/5° mese quando la mia pancia ha iniziato a lievitare. Provvidenziali alcuni capi premaman acquistati da H&M linea Mama (a Milano in C.Buenos Aires) non volevo spendere troppo x cose che avrei usato per pochi mesi, quindi capi BASIC: jeans con elastico in vita, leggins, camicie e t-shirt abbondanti.
La cosa bella della moda di oggi è che ti permette di vestirti premaman con capi di Zara e Intimissimi!!


Per quanto riguarda l'attacco alle smagliature fin da subito ho iniziato a spalmare creme, la mia scelta Rilastil, un piccolo patrimonio ben speso, le smagliature non si sono proprio viste ( e giuro questa non è assolutamente una marketta!!)

L'altra coccola che mi sono concessa i massaggi drenanti per aiutare la circolazione e l'uso delle calze anti-sesso a compressione con tanto di reggi panza... orrende, ma sicuramente di aiuto nella vita sedentaria da ufficio.
La variabile sport è diminuita, mentre purtroppo l'abbonamento della palestra ha continuato mensilmente a ciucciarmi soldi, mi solo concessa solo un po' di acquagym e lunghe camminate.

Il peso ha continuato inesorabilmente a crescere nonostante l'occhio di riguardo del cibo ingerito. Mi controllavo su dolci, pane e tutte le schifezze che generalmente nn mangio, ma purtroppo il mio metabolismo era cambiato.

Fortuna che nonostante tutti questi chili in più il peso era ben distribuito e nel complesso non ero diventata una balena, sicuramente l'altezza mi aiutava a distribuire meglio la quantità in eccesso.
Nelle ultime settimane di gravidanza l'ago della bilancia ha raggiunto un peso di +20/22 kg e io non ci volevo credere. Ad un certo punto non mi sono più pesata, in certi casi è meglio non sapere.

Le amiche mi tranquillizzavano dicendomi che sicuramente sarei tornata presto in forma dopo la nascita del fagiolino e quindi cercavo di non stressarmi troppo.

Ma ora posso dire che vero, SÌ i chili poi si perdono, ma NO la perdita non è semplice e rapida.
Una volta nato il bambino i primi 5/6 kg li ho persi dopo il parto all'ospedale, alti 6 nelle settimane successive, e poi quasi 10 chili che mi sono restati sul groppone e per mesi ho guardato con un po' di frustrazione i miei vestiti riposti nell'armadio, in particolare i jeans, sperando di rientrarci al più presto.

Con la fine dell'allattamento (nel mio caso dopo il 6° mese) i chili hanno iniziato a calare in modo naturale  e grazie alla palestra sono riuscita a tonificare un po'. Oggi mi mancano 4 chili per raggiungere il peso di un tempo.
Devo ammettere che non mi aspettavo di prendere tanto peso e nemmeno che per perderlo avrei dovuto aspettare così tanto tempo. Sicuramente x la prossima gravidanza mi farò seguire da un nutrizionista perché più l'età avanza più il fisico purtroppo è lento a ritornare in forma!
Non vorrei passare x superficiale, ma penso che diventare mamme non deve farci dimenticare che siamo anche e soprattutto donne e tra i mille impegni bisogna trovare il tempo anche x volersi bene!! ;-))

giovedì 17 aprile 2014

Ansia da villocentesi

Il primo passo importante che ho affrontato durante la gravidanza è stato il test di diagnosi prenatale - la villocentesi, vissuto direi senza non poche ansie.
Il ginecologo mi aveva rassicurata, l’ospedale idem, ma essendo un esame piuttosto invasivo non ero del tutto serena. Avendo superato i 35 anni però mi sembrava cosa buona e giusta assicurarmi dello stato di salute del mio fagiolino ed il prelievo dei villi coriali se non altro avrebbe diagnosticato eventuali anomalie cromosomiche.

Il giorno dell’esame è arrivato in fretta e seppure mentalmente e fisicamente preparata ero un po’ tesa, fortunatamente mio marito era con me pronto come sempre a sdrammatizzare la situazione.
La procedura seppure invasiva non è niente di complesso. Entrati in una stanza popolata da dottori, infermieri, specializzandi, dopo le classiche domande di routine e la presentazione della mia documentazione, mi sono sdraiata sul lettino per l’ecografia e per procedere con il prelievo porgendo la mia pancetta.
Era passato più di un mese dalla prima ecografia e con nostro grande stupore il feto non aveva più le sembrante di un fagiolino, era cambiato. Si erano delineate le forme, si potevano intravvedere chiaramente la testolina, le braccia e le gambine incrociate. Il piccolo ometto si agitava tutto contento e devo ammettere che l'emozione è stata grande e che tenerezza rivederlo in questa sembianza decisamente più umana!!
Il prelievo durato un paio di minuti, non è stato piacevole ma nemmeno impossibile.
Usciti dalla stanza ho aspettato come da prassi un quarto d’ora per accertarmi che tutto fosse andato bene.

Il ritorno a casa e i 2 giorni successivi sono stati all’insegna del relax. Abitando al 3°piano senza ascensore mi sono rintanata in casa e l’unico movimento consentito è stato letto -> bagno, cucina ->divano... che in un appartamento di 60mq è veramente uno sforzo minimo :-))

Le settimane successive sono state per me le più tremende forse di tutta la gravidanza… 
Per prassi il risultato definitivo dell’esame è comunicato dopo 2 settimane dal prelievo PERÒ nel caso in cui vengano riscontrati dei problemi il laboratorio effettua le chiamate dal lunedì al mercoledì dell’ultima settimana.
Durante quei giorni ogni squillo del cellulare mi provocava il batticuore. Ma fortunatamente la data del ritiro degli esiti era ormai vicina e anche la scoperta del sesso del nostro bambino!

Ritirata la busta con l’esito, una corsa alla macchina per condividere con mio marito l'esito. Tutto era andato bene, il referto era chiaro XY stava arrivando un bel MASCHIETTO!


Il primo regalino per il nostro ometto in arrivo



martedì 15 aprile 2014

Le prime settimane di gravidanza

Le prime settimane dopo la splendida scoperta sono state piuttosto impegnative. Non avevo ancora voglia di divulgare la notizia, in passato alcune amiche avevano dato la notizia dell'attesa e purtroppo avevano perso il bimbo, quindi io e mio marito per scaramanzia abbiamo deciso di mantenere il segreto.

Nel giro di un paio di settimane ho fissato la prima visita dal ginecologo per vedere se tutto procedeva bene. Purtroppo ero da sola perché mio marito (tanto per cambiare) era fuori per lavoro e non abbiamo potuto condividere questo momento.
L'emozione era tanta. Vedere per la prima volta sullo schermo il cuoricino del tuo fagiolino che batte all'impazzata non ha prezzo!
Durante questa prima visita il dottore mi ha spiegato tutto (o quasi) quello che c'è da sapere, e per una neofita come me, mi sembrava che la gravidanza fosse veramente una faccenda complessa.
Essendo una mamma un po' ritardataria il mio interesse primario era quello di assicurarmi sulla salute del piccolo fagiolo e capire quali fossero gli esami più adatti.

Dietro il consiglio del mio ginecologo mi sono rivolta all'ospedale Buzzi di Milano,  dove mi sono state illustrate in modo dettagliato le diagnosi prenatali praticabili e consigliate per le donne in gravidanza over 35 anni.
Devo ammettere che mi sono sentita rassicurata, in quella giornata informativa mi sono resa conto che al giorno d'oggi sono molte le "mamme ritardatarie" come me!
Io ho optato per la villocentesi, un'esame piuttosto invasivo (come d'altronde l'amniocentesi) che permette di diagnosticare anomalie cromosomiche o genetiche e può essere eseguito tra l'undicesima e la tredicesima settimana di gravidanza... il test era fissato per la 2° settimana di gennaio, che ansia!!

Essere positivi
Nel frattempo il mio stato interessante cominciava a farsi sentire, non tanto per le nausee, che fortunatamente sono state minime, ma per la stanchezza che non mi dava tregua, vedere un film per intero stava diventando veramente un'impresa titanica!
I segnali del corpo erano inequivocabili, un unico mantra... KEEP CALM & ENJOY THIS MOMENT!

domenica 13 aprile 2014

Il test che ti cambia la vita

Non sono mai stata una persona che lascia troppo le cose al caso... tendenzialmente ho sempre cercato di organizzare e programmare tutto, ok detto così sembra che io sia una maniaca della precisioneEcco, no non sono proprio così, però essendo una futura mamma un po' ritardataria... ho cercato di ottimizzare al massimo i tempi dal momento che avevamo seriamente deciso di provarci.

Reduci da un matrimonio stupendo ma stremati dalla stanchezza e dallo stress degli ultimi periodi, io e mio marito finalmente il 22 di ottobre (tra l'altro anche il giorno del mio compleanno) siamo partiti per il nostro viaggio di nozze destinazione Sud Africa e Seychelles.
Complici i luoghi paradisiaci visitati, il meritato riposo, la lontananza dalla caotica routine milanese e ovviamente il mio alleato Clearblue test di ovulazione, come accadeva forse alle nostre nonne, sono rimasta incinta proprio in luna di miele :-)) e con esattezza alle porte del Parco KrugerOliver Lodge, un luogo incantevole che non dimenticherò mai).

Ritornati a casa alla nostra solita vita, la scoperta non è stata immediata, anche il mio ciclo, un po' come me... non è mai stato puntuale e i ritardi sono sempre stati all'ordine del giorno. Però chi sta cercando un figlio lo sa benissimo che ad ogni giorni di ritardo partono dei film mentali pazzeschi che durano fino a quando purtroppo arrivano le bastarde a rovinare il lieto fine.
Ma questa volta no, anche se avevo fatto il test di ovulazione e quindi sapevo qual era stato il giorno giusto, non volevo illudermi e quindi decisi di aspettare. Era da quasi 1 anno che ogni ritardo alimentava le mie speranze, e quindi non ci volevo pensare.

Ero talmente convinta che non fosse successo che decisi di perdere quei 2 chili accumulati bivaccando in vacanza iscrivendomi in palestra, abbonamento completo con corsi, palestra, piscina e SPA... giusto per non farmi mancare nulla!
Ma le settimane passavano e delle mie cose nemmeno l'ombra, si manifestava altro però.. tipo fame (be' quella non manca mai... e se fosse il sintomo di gravidanza, sarei stata incinta da tutta la vita!), un po' di gonfiore alla pancia e un po' di nervosismo, insomma i classici sintomi della PMS.
Una sera, stanca di aspettare, decisi che era arrivato il momento di scoprire la verità: una cocente delusione o una splendida notizia?
Mi era già capitato di comprare un test di gravidanza, però la sensazione questa volta era diversa, spesso l'avevo acquistato con il timore opposto, perché si sa, passiamo la maggior parte della nostra vita con l'ansia di rimanere incinta e poi quando decidiamo di rimanerci l'impresa non è così ovvia e scontata.

La mattina seguente mi alzai presto, a dire il vero era stata una notte agitata, avevamo deciso di goderci il sabato sera con amici e di lasciare il test alla mattina successiva. Sgattaiolai in bagno mentre mio marito era ancora in dormiveglia nel letto.
3 minuti di attesa e di tensione, un tempo che sembrava interminabile, un momento carico di entusiasmo e preoccupazione e poi finalmente il verdetto, un messaggio chiaro, sì perché non mi piaceva il test classico con quelle linee delle volte incomprensibili  quindi optai per il test con la risposta pronta e chiara... INCINTA +3, quindi incinta da più di tre settimane, YESSSS il Sud Africa aveva portato fortuna!!


test gravidanza
Il mio test positivo

La gioia della scoperta è unica e solo chi l'ha provata mi può capire...è un punto di non ritorno, da quel momento tutto cambia per sempre!
Ovviamente corsi subito in camera a dare la notizia al bell'addormentato... che gioia condividere quel momento! Abbiamo iniziato da subito a fantasticare sul piccolo fagiolino che stava nascendo in me, su quello che sarebbe stato il nostro futuro a 3 e cosa avremmo fatto! Avevamo deciso di non divulgare per il momento la notizia agli altri, volevamo aspettare per vedere che tutto andasse bene. 
Da quel momento sarebbe diventato il nostro piccolo grande segreto... 


sabato 12 aprile 2014

Prima o poi faccio la mamma

Vivi

Mi chiamo Alessandra e sono mamma da quasi 9 mesi.

Fino a poco tempo fa vivevo una vita frenetica a Milano. Ritmi lavorativi serrati e stressanti, corse per riuscire a raggiungere le amiche per un aperitivo o per frequentare il corso nella palestra profumatamente pagata, ogni tanto qualche evento mondano o una cenetta a due con il fidanzato, insomma una vita come tante.

Esperienze, amicizie, studi, viaggi, lavoro, amori, gioie e dolori... gli anni sono trascorsi velocemente e ad essere sincera il mio orologio biologico non sentiva poi così tanta premura, nonostante le incessanti richieste e battutine sarcastiche da parte dei parenti (avete presente Bridget Jones alla festa di Natale? ecco...) io vedevo la maternità come un'evento ancora lontano e almeno fino ai 30 anni avevo in mente ben altri progetti... Lavorare, viaggiare, divertirmi e innamorarmi... 

Gli anni sono letteralmente volati... e mi sono resa conto che finalmente ero pronta per un bimbo.
Da brava account manager abituata ad organizzare il timing di ogni cosa :-)) anche in questo caso pensavo che l'impresa sarebbe stata facile. 
Da quel momento però hanno iniziato a frullarmi per la testa una serie di paranoie: paura di essere in ritardo, di essere troppo "vecchia" e di non avere fatto i conti con la fertilità in calo dopo in 35 anni!! E si sa, le paranoie non sono un toccasana se si cerca di un bambino...
Quindi mi ci è voluto un viaggio di nozze, un po' di relax lontani dallo stress milanese e un ottimo test di ovulazione (per aiutarmi a decodificare il mio ciclo...) un mix di elementi che ci hanno aiutati a portare a termine questa magnifica impresa.